Lo sai, LinkedIn è una piattaforma dove ogni parola può costruire fiducia o generare dubbi.
Quando scrivi un post o un articolo, non stai solo condividendo informazioni: interagisci con un pubblico attento e sempre pronto a esprimere opinioni.
Per questo motivo, scrivere post che resistano alle obiezioni non è solo una questione di qualità del contenuto.
Si tratta anche di saper affrontare contesti complessi con un approccio etico e strategico. I
In questo articolo, esploreremo come anticipare le obiezioni più comuni, incluse quelle più insidiose, per proteggere il valore del tuo messaggio e rafforzare la tua credibilità.
E c’è anche una check list: utilizzala e, se vorrai, mi farà piacere avere un tuo feedback.
Perché le obiezioni sono importanti (e come gestirle)
Ogni volta che pubblichiamo un contenuto su LinkedIn, ci confrontiamo con un pubblico diverso per esperienze, esigenze e aspettative.
Le obiezioni, quindi, non sono sempre un attacco, ma spesso un segnale che qualcosa nel nostro messaggio non è stato compreso o risulta poco convincente.
Poiché ho scelto che LinkedIn sia l’unico social sul quale comunicare il mio brand, sin da quando ho iniziato a frequentarlo, ne ho presidiato i contenuti e studiato con attenzione la comunicazione di profili interessanti ( per me), i loro post, gli articoli, le newsletters, i commenti ricevuti, le interazioni e ogni altro paarametro che Linkedin ci mette a disposizione.
È stato un lavoro certosino e paziente di un giorno dietro l’altro per quattro anni, ma ne ho ricavato una casistica davvero poderosa che mi ha consentito di stilare una vera e propria lista delle obiezioni che, titpicamente vengono sollevate su questa piattaforma.
Ne ho scelte sei in particolare perché sono quelle ai primissimi posti della mia litsa delle obiezioni
Le obiezioni più comuni che possiamo incontrare includono: