Ho iniziato a studiare logica, retorica e oratoria all’età di diciannove anni.
Un mondo della parola che esercitava un grande fascino su me che, all’epoca, ero uno dei tanti studenti che guardava al futuro come una semplice prosecuzione del presente.
Carta stampata, mi trovavo tra le mani.
E, poiché da millenni si usava la carta stampata, pensavo che sarebbe stato così fino alla fine dei tempi.
A ben vedere, “pensavo che…” è un parolone.
Non ci pensavo proprio nel senso che il pensiero non mi sfiorava dato che, a mancarmi, era l’alternativa.
In realtà, mancava a tutti. Semplicemente perché un’alternativa non esisteva.
Nessuno dei miei coetanei pensava che a, distanza di trentacinque anni, avremmo parlato di innovazione, sostenibilità…Intelligenza Artificiale.
Eh no.
Ma ormai ci siamo arrivati e, senza voler scomodare Igor Sibaldi e il grande tema della speciazione culturale, potremmo dire che…siamo in ballo e dobbiamo ballare se non vogliamo rimanere a far carta da parati in questa grande milonga che è la complessità.
Ecco, dunque, che gli amanti dell’antico e persino i puristi sono chiamati a innovare la visione (che io stessa ho imparato, ho imparato a maneggiare, ho usato per decenni) della retorica come arte predittiva.
Ora, è un campo dinamico e in rapida evoluzione, guidato da innovazioni tecnologiche e un cambiamento paradigmatico nella comunicazione.
Come artigiani della parola e, soprattutto della scrittura di speech siamo alla frontiera di un’era in cui la nostra capacità di adattamento e innovazione determina l’impatto e la risonanza dei nostri discorsi.
Ma quali sono i terreni in cui la scrittura dello speech è chiamata a innovarsi.
Eccone alcuni.
Intelligenza artificiale e personalizzazione etica
La personalizzazione tramite intelligenza artificiale è spesso vista come una spada a doppio taglio.
Da una parte, offre opportunità senza precedenti per arricchire e personalizzare l’esperienza comunicativa; dall’altra, solleva legittime preoccupazioni riguardo la privacy e l’uso etico dei dati.
È fondamentale comprendere che l’obiettivo della personalizzazione non è invadere, ma connettere più autenticamente.
Le tecnologie avanzate, come l’apprendimento automatico e l’analisi dei dati, una migliore comprensione del pubblico, adattando i messaggi per risuonare con i valori e le esigenze specifiche degli ascoltatori.
E qui l’etica gioca un ruolo fondamentale.
Perché è solo pensando che ogni informazione utilizzata è un privilegio concesso e non un diritto acquisito che si può lavorare adottando standard rigorosi per la sicurezza e la riservatezza dei dati.
In questo modo e in questo contesto, la personalizzazione diventa uno strumento di empowerment, non di invasione o manipolazione.
Con l’AI, possiamo trasformare i discorsi da monologhi generalizzati a conversazioni significative, rendendo ogni interazione più personale, impattante e, soprattutto, rispettosa dell’individuo.
L’Arte della narrazione data-driven
Cos’è?
“Narrazione data-driven” è un’espressione con cui si indica il fatto che, per raccontare storie migliori, attingiamo dall’ascolto e dall’apprendimento delle reazioni del nostro pubblico.
In questo senso, l’uso dei dati permette non soltanto di comprendere cosa le persone vogliano ascoltare, ma anche come vogliono sentirlo.
Preferiscono storie dal tocco umoristico?
O, forse risuonano di più con aneddoti personali e emotivi…?
Attraverso l’analisi dei dati, possiamo scoprire elementi utili alla scrittura di speech che parlino direttamente al cuore e alla mente delle persone.
Inoltre, immagina di poter sapere quali parole sanno suscitare speranza, quali storie spronano all’azione, e quali ritmi tengono l’attenzione alta.
Utilizzando questi insights, possiamo costruire discorsi che non solo informino, ma che emozionino e motivino, creando un legame più forte tra l’oratore e l’ascoltatore.
Ma, attenzione.
I dati ci guidano, ma non ci definiscono.
E questa è la ragione per cui dobbiamo mantenere senso critico ed empatia
Dietro a ogni numero e a ogni statistica, c’è una persona con esperienze, speranze e sogni.
Il compito di un buon speech writer è usare queste informazioni con cura e rispetto, per arricchire le narrazioni e rendere ogni discorso un’esperienza autenticamente condivisa.
Ebbene, non è tutto qui.
Dobbiamo ancora comprendere quali prospettive di evoluzione attendono la scrittura dello speech.
Te ne parlerò la prossima settimana.
E se vuoi progettare e scrivere il tuo libro oppure, avendone già scritto uno, desideri sottoporlo a revisione prima di proporlo per la pubblicazione, contattami. Insieme costruiremo il percorso più funzionale ai tuoi obiettivi.