Prima di entrare nel vivo di questo articolo, mi rivolgo a te con una premessa.
So di non possedere competenze geopolitiche nè militari.
Per questa ragione, il 24 febbraio scorso ho compiuto una scelta riguardo la mia comunicazione: evitare di affrontare la questione “guerra”.
Esprimere le mie opinioni sarebbe del tutto ozioso e contribuirei ad alimentare le divisioni in un momento storico in cui il divide et impera è proprio ciò che va contrastato.
Oggi mi vedi scrivere di uno speech pronunciato da un politico che parla della guerra: ciò accade soltanto perché il suo discorso è interessante dal punto di vista della scrittura.
Per ora, sarà stimolante osservarne lo struttura per grandi tronconi come se di un corpo umano ci interessassero solo il cranio, la colonna vertebrale, gli arti inferiori e quelli superiori rinviando l’esame dell’ulna o del fascio arcuato a un altro articolo.
Woooww!
Il 17 marzo scorso Arnold Schwrzenegger (attore ed ex politico che ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di Governatore della California) ha twittato “I love the russian people. That is wy I have to tell the truth. Please watch and share”.
Ciò che l’attore chiedeva di guardare e condividere è un suo video (allegato al tweet) in cui pronuncia un discorso rivolgendosi direttamente al popolo russo e ai soldati russi in servizio in Ucraina.
Senza entrare nel merito politico delle sue affermazioni, ma con occhi e mente completamente neutri, leggi il testo del discorso pubblicato sulla testata telematica del giornale statunitense The Atlantic poi, ritorna su questo articolo
Ecco, quello che hai letto è un magistrale esempio di speech persuasivo in cui si incontrano, fondendosi, sia la scrittura creativa che quella argomentativa.
Tieni presente che l’intero testo ha un solo ed unico scopo articolabile in quattro punti:
- persuadere la popolazione russa e i soldati di stanza in Ucraina del fatto che la leadership russa composta dai componenti del governo e il presidente Putin hanno nascosto loro la verità.
- persuaderli che la sola verità è che è stata la Russia a invadere l’Ucraina e a bombardare i civili ucraini
- persuaderli che non è la guerra del popolo russo, ma la guerra di Putin
- persuaderli, fingendo di rivolgersi direttamente a Putin, che la Russia è l’unico soggetto che può fermare la guerra poiché è lei che l’ha iniziata e la sta conducendo.
Vediamo il discorso più da vicino.
L’inizio
Nel testo riportato da The Guardian, mancano le primissime frasi pronunciate da Schwarzenegger e che si possono ascoltare dalla sua viva voce e che suonano così:
“Salve a tutti e grazie per condividere il vostro tempo con me. Sto trasmettendo questo messaggio tramite canali diversi per raggiungere i miei cari amici russi e i soldati che servono in Ucraina. Vi parlo, oggi, perché nel mondo stanno succedendo cose che vi vengono nascoste e che, invece, dovreste conoscere”.
C’è una ragione per cui ti sottolineo questo breve, iniziale passaggio.
L’esperienza ci suggerisce che, quando parliamo o scriviamo per convincere qualcuno di qualcosa, dobbiamo tenere ben presente un fatto: non esistono argomenti convincenti tout court.
Un argomento è persuasivo in relazione all’uditorio al quale lo presentiamo.
E la forza persuasiva di un argomento è tanto più forte quanto più esso si identifica con la visione del mondo di quell’uditorio.
Se tu sei credente e io atea, mai potrò persuaderti del fatto non esiste alcun tipo di vita oltre la morte e che essa si conclude con la morte fisica.
Non posso pensare di riuscire in quest’impresa perché l’argomento da me utilizzato ( la vita termina con la morte fisica) non rispecchia affatto la tua visione religiosa del mondo.
Peraltro, proprio la visione del mondo è responsabile dei ponti logici che fanno da trait d’union fra i vari punti di un’argomentazione.
Certo, la visione del mondo non è composta da un solo elemento, ma dal concorso di vari fattori. Come si suole dire oggi, è una realtà complessa.
Perché il meccanismo argomentativo funzioni occorre che alla base di un discorso ( o di un testo persuasivo) ci sia una sorta di patto tra l’oratore ( o lo scrittore) e il suo uditorio ( il lettore destinatario).
E il patto consiste nella reciproca condivisione della realtà complessa che compone quella specifica visione del mondo.
Nonostante tu sia goloso di carne, posso provare a persuaderti che l’eccesso di proteine animali nuoce alla salute dal momento che il mio argomento ( effetti della sovrassunzione di proteine animali) appartiene alla visione del mondo di entrambi e che consiste nell’essere entrambi favorevoli a un’alimentazione comprensiva di carne animale.
Nelle prime righe del discorso che stiamo analizzando
- Schwarzenegger identifica il suo uditorio: i soldati in servizio in Ucraina e i civili russi che considera amici.
- si rinviene il patto tra l’oratore e il suo uditorio. La visione del mondo di entrambi è ravvisabile nel fatto che occorre essere informati di ciò che sta accadendo durante la guerra in Ucraina.
Di questa visione fa parte un determinato presupposto, vale a dire un elemento che l’oratore dà per acquisito che il suo uditorio condivida. Nello specifico, Schwarzenegger dà per scontato che tanto i civili quanto i soldati russi ritengano che in questa l’informazione e la “disinformatia” siano partigiane.
Bene. Il mood è fissato. Si può entrare nel vivo.
Certo, che un austro-statunitense convinca un russo del fatto che il suo Paese gli nasconde ciò che realmente avvenendo sullo scenario di guerra ucraino…non è impresa semplice.
Ma, soprattutto in un caso del genere, la persuasione attecchisce se trainata da un gancio emotivo.
E qui, il gancio doveva essere davvero molto potente.
Il viaggio
Sì, il gancio doveva essere davvero importante.
Schwarzenegger doveva parlare a un popolo lontano e comunicativamente in condizioni di semi-isolamento dal mondo.
Non dimentichiamo che il Cremlino ha operato significative censure mediatiche e messo in campo una narrazione mirata alla “disinformatia” e alla lievitazione della grandeur russa.
La leva utilizzata ha, come punto di partenza e di arrivo, il fortissimo radicamento popolare della visione della propria patria come “santa” e “madre”.
L’unica via per penetrare questa cortina comunicativa così spessa era quella di fare appello alla capacità di analisi e logica non già collettiva, ma individuale: parlare al cervello e la buon senso del singolo civile russo o soldato russo.
Come iniziare?
Nel modo più antico del mondo vale a dire
- con lo storytelling personale basato “sul viaggio dell’eroe” che è stato
- posizionato in testa al discorso e ripreso una volta nella sezione argomentativo-persuasiva dello stesso.
E il viaggio inizia.
L’eroe è l’adolescente Schwarzenegger il cui “mondo ordinario” è quello familiare nel quale spicca l’antieroe, cioè un padre segnato fisicamente e moralmente dal grande senso di colpa per aver fatto parte dell’esercito nazista ed essersi comportato da nazista.
Fiaccato dalla vergogna subita in Russia e dall’esito storico della campagna nazista su suolo russo, questo padre torna alla sua casa carico di rabbia, vergogna, colpa e livore.
Diventerà un ubriacone violento sopraffatto dalla rabbia, dalla colpa e dal livore contro i russi.
Il figlio Arnold, all’età di 14 anni, incontra l’atleta russo Yuri Petrovic Vlasov proprio nel giorno in cui questi diventa campione del mondo di sollevamento pesi.
Il giovane vive questo momento come uno squarcio – improvviso, ma determinante – nella sua vita ordinaria: Vlasov può sollevare 200 Kg al di sopra di se stesso.
Lo vede da vicino, lo saluta con un gesto che segna la rottura del nostro eroe con la propria realtà.
Presentati di persona, Vlasov raccoglie nella sua grande mano quella piccola, adolescente di Arnold e lo saluta con fare garbato e rispettoso: un gigante forte, ma gentile.
Il ragazzo, all’improvviso, prova una spinta di desiderio: emulare il campione.
Torna a casa, ritaglia la foto dell’atleta e la pone sopra il suo letto: Vlasov è il suo mentore.
Ma questo gesto rappresenta l’innesco della fase di conflitto: il padre, l’antieroe fiaccato dalla storia, vuole che Arnold non solo stacchi la foto di Vlasov, ma addirittura che si cerchio un altro mentore.
Austriaco o Tedesco, non importa. Basta che non sia un mentore della nazionalità russa, tanto odiata da Schwarzenegger senior.
Arnold sceglie consapevolmente di resistere al padre e al conflitto di cui quest’ultimo è portatore.
Di più.
Supera questa fase di scontro e varca la prima soglia iniziando a praticare il sollevamento pesi ben sapendo che la prova da sostenere consiste nell’opporsi alla ragione del conflitto: l’ostilità paterna verso i russi e ai forti litigi tra padre e figlio a causa di questa ostilità.
Arnold la contrasta con l’idea che non conta la bandiera sotto cui un popolo vive. A contare sono soltanto la forza e la generosità del suo cuore.
Ed ecco il premio: il forte legame che si instaura tra Arnold Schwarzenegger atleta e attore con il popolo russo che ricambia l’affetto e l’ammirazione del primo.
Un sentimento reciproco così importante che spingerà il mentore Vlasov a riunirsi all’eroe consegnandogli l’elisir : la tazza da caffè blu.
Arnold la porterà con sé nel suo mondo ordinario che ha cambiato pelle diventando un mondo nuovo: quello occidentale in cui l’ex ragazzo di 14 anni è diventato una star dell’atletica e del cinema.
E così amato in terra russa da essergli consentito di girare una parte di uno dei suoi film di maggior successo nel cuore della capitale Mosca, vale dire nella storica e grande Piazza Rossa.
L’eroe vive e coltiva un senso di affezione e attaccamento verso questo popolo composto da quei suoi “amici russi” cui ora si rivolge chiedendo ascolto e apertura di credito.
Argomentare
Agganciato emotivamente il pubblico cui si rivolge, ma prima di esporre le proprie tesi Schwarzenegger mette sul piatto la carta vincente dell’onestà intellettuale articolata in due passaggi.
- Certo, sentir muovere critiche al proprio governo non piace. È comprensibile.
Ma…non si deve guardare alla critica in sé, bensì a chi la pronuncia.
Se proviene da un nemico, è faziosa, falsa.
Se, invece, proviene da un amico di vecchissima data, beh…va ascoltata e, quantomeno, riflettuta.
Bisogna tener presente che, nei momenti di tirannìa, occorre parlare rivolgendosi
formalmente all’intero uditorio (in questo caos, il popolo russo), ma sostanzialmente alla del singolo individuo per fare breccia nel suo raziocinio.
Perciò, il messaggio che l’attore ha inteso inviare mira a colpire la logica sentimentale del singolo che non vuole sentir parlare male di proprio padre, ma se a farlo è qualcuno legato affettivamente al padre, allora il singolo si duole, ma accetta la critica e la prende pure in considerazione.
E questo argomento regge anche perché è formulato da un è un nazionalista ad altri nazionalisti.
- Critico il vostro governo esattamente come ho criticato Trump dopo i fatti del 6 gennaio 2021. Dunque, sono una persona imparziale, equa.
Il riferimento è al discorso che lo stesso Schwarzenegger pronunciò agli americani dopo l’assalto a Capitol Hill durante il quale disse senza mezzi termini “Il presidente Trump è un leader fallito. Passerà alla storia come il peggior presidente di sempre”
L’attore vuole mettere in campo tutta la forza di un’osservazione terza, equidistanze e capace di valutare gli altri esattamente come valuta i suoi.
Ed ecco la prima tesi.
È noto: Putin ha mosso guerra all’Ucraina – a suo dire- per liberare questa terra dalla presenza nazista.
Schwarzenegger afferma: “So che il vostro governo vi ha detto che questa è una guerra per denazificare l’Ucraina. Questo non è vero. De-nazificare l’Ucraina? “
Ebbene in questa frase sono contenute tanto la sua tesi quanto quella contraria.
Tesi: “Non risponde a verità che la guerra all’Ucraina sia stata mossa per denazificare il suo territorio”.
Come ogni tesi, anche questa dev’essere provata mediante argomenti a dimostrazione della stessa.
Tesi n.1 : “Non risponde a verità che la guerra all’Ucraina sia stata mossa per denazificare il suo territorio stato il popolo russo.”
Prova: “Il Presidente dell’Ucraina è ebreo. I fratelli di suo nonno sono stati uccisi dai nazisti.”
Inferenza deduttiva: “ L’Ucraina non è un paese nazista”.
Seconda tesi e sua prova:
Tesi n.2) “È stata la Russia a muovere guerra all’Ucraina e ad invaderla”
Prova a) : “Esiste un fatto: nell’ambito dell’ONU ben 141 nazioni hanno votato che è stata la Russia ad aggredire e hanno chiesto a quest’ultima il ritiro immediato di tutte le truppe”.
Prova b) : “L’artiglieria russa ha provocato la distruzione di intere città, la morte di bambini e milioni di profughi ucraini in donna donne, bambini e vecchi”.
Conseguenza deduttiva: “A causa della sua brutalità, la Russa è isolata dal mondo”.
Terza tesi e sua prova:
Tesi : “Non è vero quanto raccontato dal governo al Cremlino laddove ha detto ai soldati che sarebbero andati a combattere contro il nazismo, che si trattava di un’esercitazione o che si trattava di salvare l’etnia russa in Ucraina”.
Prova a): “Esiste un fatto: nell’ambito dell’ONU ben 141 nazioni hanno votato che è stata la Russia ad aggredire e hanno chiesto a quest’ultima il ritiro immediato di tutte le truppe”.
Prova b) “ Sono le bombe e l’artiglieria russa a distruggere intere città, ad uccidere bambini e a provocare lo sfollamento di milioni di profughi ucraini”
Inferenza deduttiva: “ Il governo al Cremlino ha raccontato bugie al suo popolo e ai soldati”-
Non c’è che dire: una scrittura sapiente quella del ghostwriter di Schwarzenegger.
Persuasione.
Non mi riferisco al libro così intitolato.
Ma alla parte di questo discorso in cui l’attore intende portare a sé e convincere i destinatari del video.
Lo fa utilizzando tre “ganci” della scrittura persuasiva:
- insinua il dubbio
- crea empatia mettendo in gioco tutto il suo peso uomo planetariamente conosciuto, di ottima reputazione , di successo e di fine conoscitore della politica.
- fa uso funzionale delle proprie credibilità e reputazione basata sulla credibilità. Ebtrambe imprimono una significativa forza persuasiva alle parole pronunciate da un ben preciso oratore.
- utilizza il meccanismo della contrapposizione
Vediamo nel dettaglio.
Dopo aver affermato e dimostrato le sue tre tesi, l’oratore vuole instillare il dubbio nella platea russa ben sapendo che a quest’ultima non arrivano, dal fronte, notizie occidentali e che, comunque, ci sono molte madri i cui figli sono già caduti in questa guerra e altre che attendono nella paura.
A questo scopo parla di
- importanti perdite di soldati russi
- enorme quantità di equipaggio russo distrutto o abbandonato
- forte resistenza ucraina incontrata dai soldati russi a cui il governo ha raccontato bugie.
- contrappone la perdita e il ferimento dei soldati russi all’appetito imperialista dei governanti al Cremlino facendo intendere che questi ultimi si servono biecamente dei propri giovani in guerra per soddisfare le ambizioni personali.
Il popolo russo è un popolo fiero, nazionalista, forte della sua narrazione storica di Paese imperialista. E sa pure che, al netto delle sfumature etniche, la struttura del ruolo della “madre” è la stessa in tutto il mondo.
Parlare di perdite di soldati e di equipaggio significa fare breccia sia nell’orgoglio nazionalista di questo popolo sia nella naturale apprensione delle madri i cui figli si trovano al fronte.
Specie quando mette in campo la narrazione di momenti o persone negativi della sua vita e che il naturale riserbo tenderebbe a tenere ben nascosti.
Ma questo uscire allo scoperto con le proprie miserie umane è, forse, uno dei migliori strumenti dialettici per creare empatia nell’uditorio e portarlo verso le proprie posizioni.
Ecco perché l’attore parla della devastazione vissuta da suo padre all’indomani dell’abbandono di Leningrado da uomo umiliato, ferito nel corpo, nella mente e nell’anima nonostante un fastoso ingresso in quella città d soldato nazista infiammato da una narrazione tedesca del tuto menzognera.
Senso di giustizia e famiglia toccano due fondamentali corde emotive dell’Homo Sapien Sapiens.
A questo punto, quando l’uditorio è emotivamente in subbuglio in quanto sprofondato nel dubbio, arriva l’uso della contrapposizione diretta: la figura del soldato che combatte e rischio della vita a quella dell’autocrate che ha mosso guerra per soddisfare una cerchia di interessi ristretti.
L’oratore si rivolge ai soldati e, retoricamente, domanda loro se valga davvero la pena combattere una guerra illegale e andare incontro al tormento e alla morte per soddisfare l’ambizione degli uomini che vi governano? Vale la pena uccidere i parenti ucraini degli undici milioni di russi che hanno legami familiari con gli ucraini?
E poi, l’uncinatura finale alle corde empatiche.
Il discorso è iniziato con la rappresentazione di Vlasov come l’eroe russo di un adolescente austriaco in fieri.
Lo speech si chiude con la narrazione dei cittadini russi che, manifestato il loro dissenso verso la guerra, sono stati arrestati, picchiati e incarcerati.
Ebbene, quanti hanno pagato sulla propria pelle l’opposizione al governo del Cremlino, sono gli eroi russi dell’uomo maturo austro-americano, attore e politico di successo mondiale che quell’adolescente è diventato.
In questo testo scritto e parlato si sono incontrati e fusi i tre tipi di scrittura che a noi piacciono.
È un esempio di scrittura da leggere, rileggere, rileggere ancora e da tenere sempre vicina come una mèta da raggiungere.
Devi tenere uno speech, ma trovi complicato scriverlo? Contattami. Costruirò il discorso in modo congruente ai tuoi argomenti, coerente con gli obbiettivi e fedele alla tua voce.
Foto di copertina: Xinhua/Rahel Patrasso