Se stai leggendo questo articolo sei un appassionato di scrittura che ha già mosso o sta per muovere i suoi primi passi in questo mondo.
Da scrittrice, conosco bene l’emozione che provi davanti alla pagina da riempire di caratteri o quando le idee si affollano in testa e ognuna sgomita tentando di farsi avanti per prima.
Ma conosco bene anche i timori, le difficoltà, i dubbi e i pensieri concentrici che si divertono a punzecchiare un autore: li ho vissuti e li vedo, li sento agitarsi negli autori che ho seguito (e seguo) negli editing oppure nelle persone che si affidano a me per i training.
E l’idea di questo articolo in due parti ( stai leggendo la prima) nasce proprio dall’esperienza e dal desiderio di offrirti un piccolo vademecum che, partendo dalle frasi più comuni tra i miei autori, ti sia di aiuto a non ritrovarti chiuso a chiave dentro la panic-room oppure, al contrario, a non pensare di essere il nuovo Thomas Mann.
“Scrivo perché…”
Ognuno di noi scrive per una ragione precisa.
Ciò non significa, necessariamente, conoscerla.
Può ben darsi che sia chiarissima a valle di un importante lavoro di introspezione.
Ma può anche essere che giaccia silenziosa in qualche tasca interna della nostra sensibilità in attesa che qualcuno o qualcosa la faccia emergere.
Scriviamo perché ne abbiamo bisogno. Vogliamo portare fuori le nostre parole, i temi della nostra vita.
Perché vogliamo che il vissuto prenda forma sotto i nostri occhi in modo che smetta di scalciare dentro lo stomaco e si mostri, finalmente, con la sua vera faccia.
Scriviamo perché desideriamo notificare a noi stessi i ricordi, i pensieri del domani, la felicità pellegrina, l’amore non perdonato.
Oppure perché ci preme dare vita a un lascito che sia proprietà di tutti e di nessuno in particolare.
Qualunque sia la ragione profonda che ti muove, prima di impugnare la penna o di aprire un file nuovo, mettiti in ascolto di te stesso.
Sì, in alcune circostanze e per certi tipi di vita, l’ascolto di sé sembra un lusso.
E, invece, è un diritto esistenziale che diventa dovere verso se stessi nel momento in cui ci si approccia alla scrittura.
Scrivere significa essersi ascoltati e portare fuori di sé tutto quello che siamo e trasferirlo in una forma fisica definita: la pagina scritta.
Ed è quella dimensione fisica che ci consente di vedere con gli occhi altrettanto fisici ( e non solo quelli della mente) chi siamo e cosa abita dentro di noi.
Una volta che quel quid è formalizzato, abbiamo due opzioni: fingere di non averlo visto ( ma sappiamo che sarebbe difficile sfuggirgli) oppure confrontarsi con lui.
Da questo continuo confronto il nostro personale “Scrivo perché” si svilupperà e si giustificherà in se stesso dando l’avvio al circolo virtuoso della motivazione alla scrittura.
“Dove trovo le idee?”
Questo è una delle domande che incontro più frequentemente nei training di scrittura creativa.
Beh, cominciamo col dire che le idee non sono gestazioni astratte e indefinite che attendono il momento di incarnarsi.
L’idea abita nelle nostre giornate, sulle nostre scrivanie disordinate, nei post che leggiamo, al bar dove siamo soliti prendere il primo caffè della mattinata e anche nella riunione dalla quale siamo venuti via su tutte le furie.
L’idea è nella vita concreta.
Però, occorre un prerequisito: essere buoni osservatori e saper percepire anche i piccoli mutamenti delle situazioni.
Un altro modo per trovare le idee, specie quando ci imbattiamo nel “blocco delle scrittore” è lasciarsi ispirare dalla lettura.
La prossima volta che ti imbatterai nel blocco dello scrittore, prova ad aggirare l’ostacolo in questo modo.
Che tu sia un amante della narrativa o della saggistica (meglio ancora se di entrambe, così puoi contare su una scelta più ampia), senz’altro ci sarà una rosa di libri che reputi fondamentali nella produzione di un autore, di più autori oppure nell’ambito di un determinato tema o filone.
Ecco, prendi qualcuno di quei libri e inizia a leggere.
Non appena ti imbatti in una frase o un periodo che colpisce la tua sensibilità creativa o intellettuale in senso ampio, scrivila subito per poi proseguire nella lettura sinché non leggi un’altra suggestione e poi un’altra ancora.
Scrivile tutte.
E poi, frase per frase, poniti questa serie di domande:
- perché ti ha colpito?
- cosa, di lei, ti ha colpito?
- quali associazioni di pensieri in libertà ti provoca?
- quali collegamenti logici ti suggerisce?
- quali ricordi ?
- come ti fa sentire la sua lettura?
- apre prospettive? Se sì, quali?
- ti ispira una progettualità? Se sì, intorno a cosa?
- Può esserti di aiuto nella soluzione di un problema? Potrebbe aiutare anche altre persone e, in caso positivo, in che modo può farlo?
- ti sembra che raccolga, in sé, un’altra storia ( se è inserita in un romanzo) oppure un altro concetto ( se l’hai letta in un saggio) ?
- scomponibile in sottoconcetti? Se sì, quali?
E se questo non ti bastasse, non dimenticare che la scrittura non è un’attività- monade.
Assolutamente.
La scrittura – tutta quanta, compresa la tua che nessuno ancora conosce – si inserisce in un processo culturale che è quello proprio e caratteristico della società in cui si esprime.
Perciò, non trascurare di frequentare il teatro cioè il luogo in cui la parola si fa arte tramite l’incontro del testo con l’attore chiamato a interpretare quel testo su uno spazio delimitato e dinanzi a un pubblico.
Frequenta le mostre: la parola è segno esattamente come la pennellata e lo scatto fotografico e come la visione di un dipinto o di una foto anche la parola fa germinare emozioni, sentimenti, riflessioni.
Esplora luoghi d’arte preparandoti a conoscere ciò che vedrai: monumenti, sculture, case, vie, tutto risponde a una progettazione creativa e a una creatività progettuale esattamente come la scrittura.
Sperimenta piatti e vini diversi dai tuoi soliti: odori e sapori con le loro nuances colpiranno i tuoi sensi insinuandosi in anfratti percettivi di te che non conoscevi.
Insomma, sii curioso. Coltiva la curiosità.
E mantieni un atteggiamento di conoscenza della cultura in cui si inerisce la tua scrittura.
Perché lei ne fa parte a pieno titolo.
E, dunque…pensi che sarai ancora a corto di idee al termine di questo percorso?
“Non ho tempo…”
Oggi viviamo in costante e perenne debito di tempo.
I bambini, la casa, il lavoro, porta il grande in piscina, la piccolina a danza, la spesa, gli obblighi…aiuto!
Certo, la vita è complessa. Però, siamo anche molto bravi a complicarcela.
I “no” che non riusciamo a dire ad alcuni tipi di convenzioni sociali, le attività che ci imponiamo di fare per rimanere nel mood, le incombenze di cui ci carichiamo senza esserne richiesti, le attività suppletive di qualcosa per far tacere qualche rumoroso senso di colpa.
L’elenco sarebbe lungo.
Non sono un coach e questa è la ragione per cui durante i training mi guardo bene dal lanciarmi in percorsi di aiuto in questo senso.
Ma, se (come capita spesso) mi sento dire “vorrei tanto dedicarmi di più alla scrittura ma non ne ho il tempo”, posso suggerire qualche buona abitudine.
1) Quasi sicuramente, anche tu che leggi questo articolo svolgi attività fisica.
Palestra, nuoto, tennis qualunque essa sia.
Ebbene, all’inizio del tuo percorso nella scrittura, gestisci il tempo
destinato esattamente come fai per lo sport: datti un timing.
Fissa i giorni della settimana e gli orari in cui ti dedicherai alla scrittura.
Per cominciare (e, bada, solo per cominciare!) può essere sufficiente
stabilire una writing routine ben precisa.
Ma, attenzione: è importante stabilire una continuità di incontro con la scrittura.
2) Offri una cura speciale a questo incontro.
Posiziona il pc in un punto della casa che senti molto, molto tuo.
Adorna la postazione di lavoro secondo i tuoi gusti mettendo intorno al pc le cose che ti infondono serenità, ti ispirano bei ricordi, affetti.
Pregusta i minuti precedenti la scrittura preparandoti qualcosa che ti piace ( a esempio, una tisana) e indossando un indumento significativo per te e che farai diventare la tua speciale “tenuta da scrittura”
3) Accompagna la scrittura con la musica che ti riempie il cuore, che crei l’atmosfera giusta.
E poi lasciati sedurre dalla tua stessa creatività e dalle magie che sa offrirti.
In breve vedrai svanire il problema “tempo”.
Perché via via sentirai il bisogno di scrivere sempre più spesso e gli appuntamenti bi, trisettimanali diventeranno giornalieri.
E poi non ti basterà quel tempo perché la tua ispirazione sarà lì a sorprenderti quando non te lo aspetti.
Non saresti né il primo né l’ultimo a uscire con un taccuino in tasca o in borsa per appuntare un’emozione o un’idea improvvisa.
Lo so, ti ho descritto la scrittura come una Circe omerica.
Ma, sebbene di quest’ultima condivida bellezza e fascino, la scrittura se ne distingue per esserti compagna fedele in ogni momento della vita.
Sempre.
Desideri avvicinarti alla scrittura, ma hai difficoltà a iniziare ? contattami: insieme troveremo l’approccio giusto per te!