Ogni persona è unica e irripetibile. E, di riflesso, lo è ogni opera che nasce dall’unione del suo intelletto con la creatività. A parità di argomenti iniziali assegnati a persone diverse tra loro, non troverai mai due testi uguali: forse (e dico “forse”) alcuni potranno somigliarsi un pochino, ma essere uguali... proprio no.
Questo è il motivo per cui ogni processo di editing è una realtà a sé che va approcciata secondo le peculiarità del testo.
Puoi scegliere tra due tipi di iter. Il primo lo chiamo “editing a carte scoperte” e il secondo “editing a scatola chiusa”. Quali sono le differenze? Eccole.
Come primo step ti chiedo di inviarmi l’indice, una sinossi e un estratto della tua opera. Effettuerò sia una generale verifica dell’impianto del testo sia una valutazione specifica dei punti di forza e delle debolezze della tua scrittura, le sue problematiche testuali nonché quelle sintattiche, grammaticali e ortografiche.
A chi è utile e perché?
È utile a me per due ragioni. In primo luogo, mi consente di avere un’idea del contenuto che dovrò revisionare e delle aree critiche sulle quali intervenire. Inoltre, posso predisporre un preventivo accurato e modellato sul tipo di editing da compiere.
È utile a te per due motivi. Innanzitutto, avrai una valutazione obiettiva del tuo testo e ne conoscerai gli aspetti da curare. In secondo luogo, ti consentirà di decidere, anche alla luce del preventivo, se approvare quest’ultimo e procedere con l’editing oppure soprassedere.
Richiedendo la scheda di valutazione non sei obbligato a compiere l’editing: il suo scopo è quello di consentirti una decisione del tutto consapevole. A “carte scoperte”, appunto.
L’ho chiamato così perché è riservato a chi ha necessità di sottoporre il proprio testo a editing (per questioni editoriali, perché si approssima il termine di consegna dell’opera) a prescindere da una valutazione preliminare.
In questo caso, ti domando l’indice, la sinossi e un estratto del tuo testo. Sulla base di questi documenti redigo il preventivo che ti sottopongo per la tua approvazione o meno.
Per me fare editing significa vivere un’esperienza di valore. La persona che decide di sottoporre il suo testo a valutazione e revisione è una persona che si mette in gioco: mostra gli argomenti che le stanno a cuore, il suo modo di esprimersi e quello di rapportarsi al prossimo. Mi permette di affacciarmi alla finestra da cui vedere il suo mondo. Il mio modo di ricambiare questa fiducia è entrare in quel mondo con rispetto e senza giudizio per osservarlo con gli strumenti della mia professione. Ogni esperienza di editing è diversa dall’altra e ognuna è arricchente sia per l’autore che per me.
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